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e Suor Agnese dalla voce tanto dolce, e la Superiora armata di lunghe forbici da fiori....

....Ecco il corridoio lungo lungo, bianco bianco, silenzioso; e la lampada votiva, e ïl giardinetto dai fiori pallidi e le siepi di bosso.... Quiete.... simmetria.... immobilità....

....E tutto svanisce! tutto svanisce!...

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Dorotea, Alice, Zelinda e Laura, rientrarono tardi dopo il tramonto.

Tutte e quattro erano stanche, accaldate, e avevano fame.

Alice portava infilato sul braccio un lungo rosario di ciambelle.

L'infermo, spaventato dalla solitudine, guaiva dispettosamente.

— Dove sarà andata quell'altra? — chiese Dorotea con asprezza slacciando i nastri della mantellina.

Zia Zelinda traversò la sala in punta dei piedi, arrivò all'uscio della stanza d'Adelaide, vigilò coll'orecchio, infine girò la maniglia cautamente, annunciandosi con un colpo di tosse.

L'uscio resistette.

— Adelaide! che fai?... ti sei chiusa di dentro? Adelaide!

Sopragiunse Alice.

— Adelaide! Dormi?

— Adelaide!...

— Adelaide!...

Le due donne si dettero a urtare e a spingere l'uscio.