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....C'era in fondo alla sala un vecchio cassone, uno di quei vecchi cassoni rozzamente scolpiti che un tempo servivano alle spose per custodire il corredo; là dentro Adelaide aveva visto spesso Dorotea riporre vecchi nastri, avanzi di stoffe, anticaglie sdruscite e fuori d'uso.

Se avesse potuto farsi una cravatta con uno di quegli stracci sdrusciti! Ma non avrebbe mai osato chiederlo a Dorotea, affrontare il disprezzo di quelle labbra sottili....

Dunque, dunque, Dio mio, come fare? Le sorelle si ordinavano per la circostanza due magnifici vestiti di merinos grigio: doveva ella comparire alle nozze di sua cugina vestita come una serva?

Quel pensiero la ossessionava, non le dava tregua, le intorbidava la gioia del prossimo avvenimento.

Una notte infine non resse più. Mentre tutto taceva e tutto dormiva, traversò a piedi nudi la sala, trattenendo il respiro, col cuore che le batteva a gran colpi....

Sollevò il pesante coperchio del cassone.... un cigolìo s'intese.... poi tutto fu ancora silenzio.

Adelaide afferrò il primo cencio di seta che le capitò sotto mano, riattraversò palpitando la sala; finalmente fu in salvo.

Era uno sbieco di seta celeste, sbiadito, e qua e là bucherellato dall'uso; a lei pareva di possedere un tesoro.