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le bruciava le labbra e la ricacciava ogni sera a forza, non osando.
— Ditemi, zia.... la povera mamma, prima di morire.... si è ricordata di me? mi ha nominata?...
La gobba alzò gli occhi dal lavoro e li confisse in faccia ad Adelaide.
— Ella non ti ricordava mai! — disse; e, riabbassata la testa, si rimise a sferruzzare.
Adelaide restò molti giorni sotto il mortale abbattimento di quella risposta. Ma era cattiveria, perfidia della zia! Non era possibile! Non poteva creder questo della sua dolce mamma!
Intanto accadde un fatto imprevisto.
Un bel giorno (erano tutti nel tinelletto, stavano per mettersi a tavola, Don Antonio recitava il «Benedicite», la minestra fumava nella zuppiera) la vecchia Laura socchiudendo l'uscio annunciò che c'erano giù i parenti da Castel luzzo: potevano salire per un salutino? Don Antonio uscì in sala esclamando gaiamente:
— Entrate! Entrate!
Adelaide era rimasta immobile, timida presso alla tavola, non sapendo se eclissarsi o restare: in quell'attimo di confusione nessuno badava a lei.
Si trattava di parenti di campagna, benestanti che scendevano in paese due o tre volte all'anno.