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paralizzato nelle gambe e nella lingua, immobile in una carrozzella.
Egli aveva troppo amato in gioventù il buon vino e le belle ragazze, e la paralisi lo aveva colpito da due anni, inesorabilmente.
Con lui un'altra persona nuova era entrata nella casa: Zia Zelinda, che non s'era mai separata da suo fratello ed era scesa dal Tirolo il giorno stesso delle nozze di lui colla vedova Castori.
— Troverai la sorella del padrigno; — aveva detto Don Antonio poco prima di giungere in paese.
E Adelaide arrivando se l'era vista comparire innanzi per la prima, con una candela in mano di cui tentava riparare la fiamma dal vento, gobba e vestita di verde, con occhi che ridevano e pungevano.
Si erano baciate, poi la gobba aveva fatto lume ad Adelaide su per la scala voltandosi ogni tanto a guardarla con mal celata curiosità.
In cima alla scala, due lunghe ombre aspetanti e mute, le s'orelle, si erano avanzate tenendosi per mano. E all'improvviso sotto agli sguardi delle tre donne Adelaide si era accorta che lo scialletto le era scivolato giù dalla testa piccola e rasa come quella d'un adolescente malaticcio ed aveva violentemente arrossito.
La mamma mancava. Tutto il resto nella casa era immutato. I dieci anni trascorsi avevano lasciato allo stesso posto i mobili, gli oggetti, ed anche le persone.
Sulla solita finestra, fra un vaso d'erba rosa