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al tempio, la comitiva lacera e affaticata e il corteo scintillante di gemme e di stendardi, si trovarono di fronte. Il popolo, una gran siepe umana, intorno, in silenzio.

— Dunque — disse la Fata — hai trovato il principe più bello, più valoroso, più intelligente della terra?

Biancofiore additò Elmir, steso sulla barella, pallido come un morto, col volto sfregiato, e la mano mozza.

— Eccolo. È lui.

La Fata sussultò, ma si contenne. Domandò sottovoce alla fanciulla:

— L'hai guardato attraverso alla lente?

Biancofiore mormorò:

— Lo amo.

La Fata insistette per la seconda volta:

— L'hai visto attraverso alla lente?

Biancofiore arrossì, ma rispose con voce ferma:

— Sì! — e i suoi occhi accarezzarono la fronte di Elmìr, la sua mano gli sfiorò lievemente i capelli.

La Fata allora si volse alle genti e disse:

— È lui!

E allora le trombe cominciarono a squillare, i gonfaloni si alzarono tre volte nell'aria in segno di gioia, i banditori spronarono i cavalli, per tutto il reame corse un brivido di allegrezza.

— Biancofiore, la dolce principessa che avevamo quasi perduta, è tornata al suo reame, ha finalmente scelto uno sposo: il più bello, il più valoroso, il più intelligente principe