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presso?... Fece per sollevarsi sul gomito, e l'immane ferita gli strappò un gemito di dolore, vide il braccio fasciato, e in un lampo ricordò. Affannosamente raccolse le forze, si sollevò sul busto.

-Sàlvati! — implorò egli. — lasciami qui! Torna in patria colla scorta! Fuggi! Non perderti per me! Fuggi, Biancofiore, senza attendere un attimo! — E ricadde spossato.

Allora ella si scostò un poco da lui, pur restando in ginocchio, e le lagrime cominciarono a grondare dai suoi occhi.

— Perchè vuoi che io mi salvi — diss'ella — senza di te?... Che m'importa di salvarmi, se ti perdo?... Che m'importa di ritornare in patria senza di te?... Io ti amo. Dove sei tu è la mia patria. Se tu morirai ti seguirò. Ma se anche tu m'ami un poco, Elmìr, se comprendi il mio cuore per te.... non respingermi! Lasciami qui con te.... Poichè, «tu», sei la felicità che ho cercato tanto lontano, e l'avevo accanto; «tu», sei l'amore che sognavo, e per monti e per valli ho camminato per trovarti, amor mio.... Lasciami, lasciami restare con te!...

E come Elmìr col gesto più che colle parole ripeteva il consiglio di salvezza, ella si curvò ancora sulla sua bocca, e gli domandò in un soffio:

— Dunque non mi ami, dunque non mi ami, Elmìr?...

Il ferito la guardò.

— Io ti adoro.

— Amor mio! Mio sposo! Mio amore!