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Biancofiore, tremando che egli si chiudesse ancora in quel silenzio sdegnoso che così profondamente la feriva.

— ... E una vecchia canzone che «ella» sempre cantava....- rispose Elmìr.

— Oh, insegnamela!... La musica ne è così strana, e le parole così dolci....«Ella» te la cantava ogni sera?...

— ....Ogni sera.... quando il sole calava dietro i monti, mi prendeva sulle sue ginocchia, e cantava....- diss'egli quasi parlando a sè stesso. — Era per lei l'ora della malinconia.... Cantava le canzoni della sua patria.... poichè la sua patria non l'aveva mai potuta dimenticare.

— E tu ricordi tutte le sue canzoni?...

— No, non tutte, purtroppo!... — proruppe dolorosamente Elmìr. — La nostalgia di qualche parola ch'ella mi disse e che più non rammento mi persegue di continuo.... Di una canzone che mi cantò fino agli ultimi giorni, una canzone tanto triste e tanto bella, ch'ella preferiva, non rammento che un verso, un verso solo....

....O Tessaglia, o campi aperti....

e darei dieci anni di vita per ricordarla intera!...

— ....Ma tu almeno ricordi il suo viso! — disse Biancofiore. — Io di mia madre non rammento nulla, nulla!... Io non ho avuto mamma: perciò sono così cattiva.

Elmir le accarezzò la mano.