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partecipa alla loro vita, osservali come sono quando la donna non fa loro perder la testa, e forse troverai in essi qualche buona qualità.

Biancofiore domandò: — Tu sarai con me?

— Io non ti lascerò un attimo: sarò come la tua ombra.

E Biancofiore si vestì da uomo, si tagliò i capelli, cinse la spada.

Montò su di un cavallo nero come la pece a fianco di Elmìr, e, sotto il nome maschile di Assur, riprese il pellegrinaggio.

....Che bel giovinetto era Biancofiore sotto le spoglie di Assur!...

Alto, svelto, cogli occhi scintillanti nel delicato viso, e i ricci al vento, di galoppo sul nero cavallo!...

Lungo i fiumi dalle sponde fiorite di loto, attraverso le praterie verdi e sterminate, Biancofiore ed Elmìr s'inebriavano di luce e di libertà. Dietro a loro i cavalieri di scorta, neri come fantasmi, cavalcavano in silenzio.

A dir vero, per essere un uomo, Biancofiore era un po' troppo ciarliera. Ma bisognava compatirla. Dacchè si era travestita ed aveva cambiato sesso, il mondo le appariva sotto un aspetto così strano e inaspettato, che non poteva trattenersi dal comunicare rumorosamente le sue impressioni ad Elmìr. Cavalcando al suo