Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/26

— Rosa sale col papà, io col dottore! «Divide et impera!» — esclamò Folco, citando a proposito e a sproposito.

Ed aiutati i due a salire nel «brougham», si attaccò al braccio del dottore e montò con lui nella carrozzella.

— Ma sapete che è un bel tipo mio padre! — proruppe egli non appena la baia si mosse. — Mi mette sulle braccia una donna.... come dire?... di una primitività selvaggia.... quale Dio fece, insomma.... me la veste da signora, mi dà del denaro e mi dice: «Gira il mondo con lei, va nei migliori alberghi; conducila nei musei, nei teatri, al caffè, divertiti e falla divertire!...» È enorme!... E poi si meraviglia che sia tornato prima del fissato! Ma un altro sarebbe tornato dopo due ore! C'è voluto il mio coraggio da leone, dottore mio, per resistere venti giorni! Una vita, caro amico!... Si tratta che ho dovuto incominciare a insegnare a Rosa a vestirsi, a sedere, a camminare, a mangiare, a salutare, a tacere.... ho dovuto imporle delle vere torture, abituarla a portare il busto, i guanti, il cappello, le scarpe, a mangiare il risotto colla forchetta ed il pesce senza coltello, a fare il bagno.... Auff! E vi assicuro che mi sono convinto che dev'esser più facile ammaestrare un individuo a rubare, ad assassinare, ad assaltare il prossimo per le strade, che ammaestrarlo ad essere puramente e semplicemente una persona civile. Eppure la poverina ci mette tutta la sua buona volontà....Ma che volete? quando si crede di essere arrivati a qualche