Pagina:Drigo - La Fortuna, Milano, Treves, 1913.djvu/205

Valerio le prese la mano, gli altri le si strinsero intorno con un brivido.

Valerio incominciò:

— Sai, egli era gravemente ferito. Si era battuto come un leone. Io me l'ero caricato sulle spalle e lo trascinavo su per l'erta sperando di deporlo in un sito sicuro. Eravamo pochi, accerchiati da ogni parte, il terreno coperto di morti. Le palle fischiavano. Una mi colpì al ginocchio, ed anch'io caddi.... Quando rinvenni, lo vidi al mio fianco, ma già....

Ella non ascoltava più. Era passata.

Tanti anni, tanti avvenimenti sono trascorsi.

Elena riposa accanto a sua madre nel cimitero di Sant'Anna; Valerio e Fausto si sono sposati, e dai loro matrimoni sono nati un altro Carlo, ed un'altra Elena, in memoria dell'amico e della sorella.

I due cugini si sono amati, sono sposi: sono il papà e la mamma di Cici.

Ad uno ad uno i vecchi se ne sono andati a dormire a Sant'Anna; Valerio, l'ultimo, è partito per sempre da poco tempo.

A guardia della casa e delle memorie è rimasto Battista.

Egli non porta livrea, ma l'amore ha impresso egualmente un sigillo ed un nome sulla sua