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8 | la fortuna |
spiegò con chiarezza come qualmente il conte Ademaro lo avesse incaricato, esplicitamente incaricato, di domandare in moglie la loro figliola per il contino Folco.
— In moglie la loro figliola per il contino Folco. Sì, avevano questa fortuna. Il Signore dava loro questo segno della sua benevolenza. Che cosa e’era da impressionarsi? Dio non era padrone di colmare di doni i suoi prediletti? Non aveva egli fatto miracoli ancora più grandi? Non aveva fatto piovere la manna per sfamare gli ebrei? Non aveva permesso la moltiplicazione dei pani e dei pesci?... Questo era un miracolo più piccolo, ma un miracolo, certo, un premio; ed essi dovevano accettarlo a tale titolo e ringraziarne l’Eterno.
E i due vecchi ringraziarono don Evaristo e piansero.
Ecco i patti. Le nozze entro un mese; al corredo avrebbero pensato i nobili signori; durante quel mese il contino e la ragazza si sarebbero trovati insieme due volte, alla canonica, in presenza di don Evaristo. Dopo il matrimonio i coniugi Bombarda avrebbero veduto la loro figliola possibilmente una volta all’anno, in giorno da destinarsi, sempre in canonica, presente don Evaristo. La loro casetta sarebbe stata restaurata, e il debito di tremila lire, accumulato negli ultimi dieci anni, cancellato per sempre.
— Andate, figli cari, a portare la bella notizia alla buona Rosa. Domani verrò io stesso. Il Signore vi benedica.
Ma il vecchio Bombarda indugiava sulla por-