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Un piccolo sordido barbone, tenendo fra i denti il piattino e dimenando la coda, raccoglieva l'obolo dei passanti. Tutti davano qualche soldo, anche i più poveri; tutti avevano un saluto amichevole pel cantatore cieco che si diceva essere un antico professore di letteratura caduto in miseria.
Innocenza guardava: dapprima con odio, con rancore, con rabbia, tutta quella gioia intorno a lei destarsi negli uomini e nelle cose, poi a poco a poco, coll'acquietarsi del ricordo, con interesse, con curiosità, con simpatia, con struggimento.... quasi con tenerezza, quasi con speranza....
Sì, con speranza!... Perchè non anche per lei?... C'era tanto amore al mondo!... Ce n'era tanto tanto, per tutti, per tutti!... Lo si sentiva talmente nell'aria, nell'erba, nel cielo che mutava colore ad ogni ora, nel gioioso trillo dei passeri dondolanti sulle vette degli alberi!... Perchè non anche per lei?...
Ella aveva diciassett'anni; dimenticò Zeffirino e Pasquetta; spalancò la finestra; e si rimise a sperare.
Così, quando sua madre un giorno salì a bussare alla sua porta e con timidezza le chiese se acconsentiva a comperare due biglietti per il trattenimento organizzato a beneficio dell'erigendo padiglione per i tubercolosi (c'era giù l'incaricata alla vendita che aspettava) ella rispose subito:
— Ma sì, certo! Perchè no?...