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due vasi di garofani rossi, una testa bionda s'affacciò ed una voce acuta rispose:
— Un minuto, Pasquetta, scendo subito!
La ragazza che aspettava sull'argine si mise a canterellare. Era una ragazzona tarchiata, dalle spalle quadre, dalle guance paffute; aveva due piccoli occhi d'un azzurro intenso ed una larga bocca sempre ridente. Portava una blusa chiara di percalle, e tra i capelli crespi e rossicci aveva una dalia rossa.
Sulla porta della capanna apparve Innocenza seguita da Nanna.
— Uh!... — esclamò l'altra alzando le braccia. — Come sei bella!...
Innocenza aveva sostituito l'uniforme del convento con un vestito di tela giallognola a fiorellini viola; aveva i capelli divisi in due grossi rigonfi, sul volto pallido un velo di polvere molto visibile.
Ella si lasciò ammirare con compiacenza, poi disse, attaccandosi al braccio dell'amica:
— Era ora che lasciassi quei cenci!
Le due ragazze si allontanarono allegramente verso il paese.
In tre settimane si erano fatte inseparabili amiche. Le loro case, poste l'una quasi dirimpetto all'altra sulle rive opposte del fiume, si guardavano: Pasqua non aveva che da traversare il ponte per arrivar da Innocenza, Innocenza non aveva che da sventolare il fazzoletto per chiamare Pasquetta.
Nelle prime sere dopo il suo arrivo alla capanna, Innocenza sedeva nel cortiletto, a lato