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per una gamba, figurava nell'oratorio sotto una tendina di seta verde, ed era scoperto nelle feste solenni.
Ah! ella era ben l'eletta del Signore!... La sua pietà era citata ad esempio: assisteva ogni mattina alla messa dell'alba, e si comunicava con tal fervore che bene spesso nell'atto d'ingoiar l'ostia benedetta era colta da deliquio o da convulsioni.
Nel suo quindicesimo anniversario la Superiora le aveva regalato un libro di preghiere a fregi d'argento, «Le preghiere a Gesù», dove lo Sposo celeste era invocato coi più dolci, coi più sacri, e coi pïù inaspettati nomi.
Innocenza ne era stata riconoscente e turbata a tal segno che il libro non la lasciava più nè giorno nè notte. Lo accarezzava colla mano sotto il guanciale, o lo teneva sul petto, ripeteva i dolci nomi per lunghe ore e ne sognava.
Madre Antonietta, la sua prima protettrice dell'ospitale, s'interessava continuamente a lei, non senza una segreta rivalità di Madre Gesualda, Superiora dell'Infanzia derelitta. E una vecchia signora molto devota che faceva ogni anno il «Ritiro» nell'interno dell'istituto, ben consigliata, aveva lasciato morendo ventimila lire alla Pia Opera, e dodicimila alle due ricoverate, Innocenza e Nanna, usufruttuaria la madre.
Nanna passava le sue giornate in portineria, seduta presso alla grata, con un grosso mazzo di chiavi alla cintura. Lavorava a maglia; aveva sostituito la stampella con un bastoncello