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Un singhiozzo rispose, uno schianto, un pianto, che non rassomigliava al pianto di nessun'altra donna. Veniva forse da una sconosciuta fonte, dalle più misteriose addormentate profondità dell'essere, lavava troppe sozzure: certo aveva un suono diverso e strano.
Nanna era ricaduta sul guanciale e si nascondeva il volto colle due mani.
Un fremito di pietà strinse il cuore delle donne presenti: alcune di esse erano madri, altre non lo erano, non lo sarebbero state mai.
— Datele la bambina! Datele la bambina!
La Superiora si avvicinò pianamente e staccò le mani dal volto della sciancata, poi le posò la bimba in grembo.
— Ha fame, — disse semplicemente. — Prova a darle il petto.
E Nanna cessò subito di piangere e si scoprî.
Un altro miracolo avvenne. La bambina attaccava: pareva che indovinasse sua madre.
Per alcune settimane la vigilanza intorno a Nanna continuò.
Si diffidava; la vagabonda poteva essere ripresa dal suo furore e nuocere alla bambina che ormai cominciava lentamente a rimettersi.
Ma ben presto tutti si avvidero che, se di qualche cosa bisognava diffidare, era della soverchia passione della madre per la figlia. Nanna