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Il sindaco, il maestro e l'arciprete, schierati in bell'ordine coi vasi di sanguisughe e col magnifico angora sonnacchioso, lo interrogarono con sguardo spaventato. La signora Zenobia che lavorava all'uncinetto dietro il banco, e il signor Prospero che manipolava certe pillole, smisero di lavorare, e fissarono su di lui quattro occhi ansiosi.
— Che c'è?
— Non avete ancora visto il dottore? — articolò il segretario, cui l'agitazione accresceva l'abituale balbuzie.
— No! — dissero tutti ad un tempo. — Ma che c'è, signor Giacomino?
Il segretario non riesciva a spiegarsi. Infine, dopo innumerevoli suoni inarticolati e gesti di un'eloquenza da impressionare un pellerossa, il racconto esplose, terribile.
— Nanna, la sciancata della chiesa, visitata nella mattina per certe piccole ferite che non volevano rimarginarsi, aveva colpito il dottore per la sua.... come dire?... per la sua configurazione anormale. Un lampo di genio. Il dottore l'aveva esaminata... E.... l'aveva trovata in stato d'avanzata gravidanza. Uno scandalo.
— ....Non c'è dubbio?
— Non c'è dubbio.
Vi fu un silenzio d'indignazione e d'orrore. L'Arciprete aspirò l'aria con un tal sibilo che il gatto d'Angora si svegliò di soprassalto e si guardò intorno con diffidenza. La signora Zenobia chinò pudicamente gli occhi sul lavoro, e il signor Prospero riprese furiosamente