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Parte I. Cap. II. 67

chio, accioche impariamo à conoscerci, e ci conduci come in un teatro per far mostra della nostra Patienza, e ci porgi non corone navali, ne obsidionali, ne civiche, ne murali, ne castrensi, mà si bene corone celesti, ci ammaestri con ogni sorte di virtù, e ci conduci a Dio. Adunque ò Signore, quì mi pungete, qui mi abbrugiate, quì mi tagliate, e lacerate, purchè in eterno mi perdoniate. E così quando per l’avvenire quando ci sarà offerto qualche altro più amaro calice, e ne sarà dimandato, Potestis bibere calicem? c Potete voi bere questo calice? animosamente rispondiamo, possumus, possumus: sì sì che potiamo confidati, non nelle forze nostre, ma si bene in Dio. Poiche non è maggiore il servo del suo Signore.d E se Ioab Capitan generale se ne sta sopra le pelle in campagna, sotto li padiglioni, e sarà troppo gran vergo-