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66 | Scola della Patienza |
sapeva, se quella Vittoria havesse apportato più utile, che danno alla Republica. Perche si come gli pareva, che col restituir la pace la fusse stata d’utile, così non l’haversi levato dinanzi Annibale, le havesse fatto qualche danno. Poiche diceva, che col suo passagio in Italia s’era svegliata la Virtù del Popolo Romano, che dormiva; e ch’era da temersi, che trovandosi libera da sì gran nemico, non dovesse ritornare nel medesimo sonno. Tenne adunque ugualmente per male, l’incendio delle case, il guasto delle campagne, lo spendersi quanto c’era, e ’l rintuzzarsi i nervi dell’antica fortezza.
Ecco dunque un più che certo oraculo, che la Virtù senza Avversità si marcisce, e senza croce se ne sta dormendo la Patienza. Dio ti salvi dunque ò croce pretiosa, la quale ci cancelli le macchie delle colpe, ci metti avanti uno spec-