ca, ò di mano il pane à un povero bambino: cosi voglio che tu pensi, che un Superiore del monasterio non è buono ne per se, ne per altri, se non gl’è molto à cuore il promuovere ad ogn’hora i suoi sudditi, à meritar la sù nel Cielo sempre maggiori premij, in qualunque modo, che à ciò fare occorra, ò sia con riprensioni, ò con ingiurie, ò con dispregi, ò con accuse. La Virtù da cose contrarie agitata sempre cresce, e sì avanza; con le ferite si rinverde; frà l’ingiurie si solleva: e fiorisce tra le miserie, e frà gl’affanni, dove senza haver chi la contrasti, si marciscea. Il Prelato dunque de’ Religiosi, che in queste cose è negligente: priva questi del premio: e quei dell’esempio della Patienza, e à questi dà occasione d’insuperbirsi mancando loro il santo essercitio di così servare la modestia; come ancora in fertilissime terre vediamo acca-