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826 Scola della Patienza

quell’huomo da qualche subita, e inaspettata rovina. Non si era S. Ambrogio ancora troppo scostato di là, quando rovinando subito, e inaspettatamente tutta quella casa oppresse miseramente tutti quei, che vi erano.c

Quanto meglio dunque fanno quei, che sono tribolati, e patiscono adesso diversi travagli, per cercarsi la quiete, e la felicità, dove non c’è timore d’alcuna rovina. Qui facciamo una vita soggetta a perpetue guerre di tentationi, essendo esposti del continuo a molti, e gravi pericoli, e non essendo mai sicuri prima della Morte. Il che, ò sappino ò nò quei, che s’insognano d’esser felici, s’hanno a tenere tutti ugualmente miseri. Perche non vi può essere felicità alcuna con errore, ò senza sicurezza. Solamente quello è felice, che stando a sedere nel cocchio della divina providenza si dà