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Parte III. Cap. VI. 821

la quale perche è falsa, s’accosta più alla miseria, che alla felicità. Poiche il non conoscere la propria miseria è una somma miseria. Pompeo Magno si credette d’esser felice; ma se consideriamo meglio questo, non fù mai rale, ne anche quando in fioritissimo stato pareva a tutti felicissimo. La riuscita mostrò la verità del fatto, perche il povero Pompeo fù forzato a dar a gustar la sua testa, e a far un brindisi del suo sangue alla spada d’un carnefice.

Policrate Rè dei Samij, era da tutti tenuto per l’istesso figlio della fortuna; perche non gli occorse mai cosa contraria in vita sua. Lo favorivano, ò per dir meglio, il servivano a gara il Cielo, la Terra, e ’l Mare. Ogni cosa, alla quale egli si metteva, gli riusciva sempre bene: La speranza haveva sempre il suo desiato frutto: Non haveva così presto desiderato una cosa, che