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Parte III. Cap. IV. 711

quoque sumendum est. Ne igitur cadas animo. Si corpus tuum torqueri vult Deus, tu qui s es, qui ei resistas, aut moleste faras? Ergo sustine, et Deum precare, ut quae ipse vult, illa concedat. b Non ti attristare figlio per l’infermità del corpo; Perche è atto di somma religione, che uno ringratij Dio nell’infermità. Se tù sei ferro il fuoco ti leverà la ruggine; Se tù sei oro, devi anche esser provato nel fuoco. Non ti perdere dunque d’animo. Se Dio vuole, che il tuo corpo stia male, chi sei tù, che a lui possa resistere, ò, che tù l’habbi d’havere a male? Habbi dunque patienza, e prega Dio, che ti dia ciò, che egli vuole. Ne si deve tralasciare quel bel ricordo, che ci dà Gio. D’Avila, anzi si deve inculcare spessissime volte, che val più un Deo gratias nell’Avversità, che sei milia nelle prosperità. Vuol dire ch’è un at-