Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/723


Parte III. Cap. IV 697

cend: O Dio, e, che gran male habbiamo noi fatto per patire sì gran cose? Onde spesso avviene, che questi poveracci legati dall’amore a questa vita, ne possino ritener questa, e perdino quell’altra sempiterna, dove non sarà ne dolore, ne pianto alcuno: E quel ch’è peggio, non possono scappare da questi mali presenti, e i lor peccati li conducono a i mali eterni. Adunque, come dice San Gregorio, si ha d’avvertire a quei, che tanto temono i flagelli, che se desiderano veramente di non haver male alcuno temino assai, e si spaventino de gli eterni supplicij. Admonendi sunt qui flagella metuunt, ut si malis veraciter carere desiderant, aeterna supplicia perhorrescant.e

Raccontano l’historie de gl’antichi SS. Padri, che si ritrovò una volta uno fra di loro, che senza veruna sua colpa venne in odio,