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Parte III. Cap. III. | 671 |
cia buono; hora aggiungo questo.
Girolamo Cardano, huomo di varia eruditione dice costare per esperienza, che la dolcezza del mosto si può mantenere a questo modo. Si dolium (dic esso) intus, et extra pice Oppilatum dulci vino, licet faeculento impleatur, et mersum flumine morgatur, anno integro nil decedet dulcetudini, quam picis calor, et aquae frigus defendunt'.a Se una botte bene impeciata dentro, e fuori s’empie di vino benche feccioso, o vero di mosto, e si metta in un fiume sott’acqua per un’anno intiero non perderà niente di dolcezza, essendo difeso dal caldo della pece, e dal freddo dell’acqua.
Non altrimente fa Iddio con noi, poiche ci mette nell’acque delle calamità, accioche non ci guastiamo, ne diventiamo aceto. E’ certo, che in questa acqua si trovava posto quel Rè, che gridava: