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652 Scola della Patienza

nè con minaccie, nè con lagrime; nè con preghiere potè esser vinto;, e se ne stette fermo, e immobile nel proposito della pudicitia. Indi fù messo nella prigione de’ malfattori, dove se ne stette un’anno col coppiero, e col fornaro del Rè. Dopo d’esserne stati cavati quei due; egli se ne stette per due altri anni in quella prigione con maravigliofa costanza di bontà, e di patienza; percioche commettendo tutta a Dio la sua innocenza, nè si curò di difendersi, nè di scoprir la cosa, come era passata: ma sopportò costantemente quella prigionia, consolandosi solamente in pensare, che Dio era più potente di quei, che ’l tenevano in prigione; la cui vigilantissima providenza egli provò poi molto bene . Imperoche dopo d’esser stato tre anni in prigione, come si è detto, fù menato innanzi a Faraone, e da quello fatto