Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/660

634 Scola della Patienza


Le prugne selvatiche, e l’agresta ti stringono la bocca, e t’allegano i denti, ma non ti fanno male allo stomaco: così sono le miserie nostre; pizzicano, e si fanno sentire un poco, ma se non vuoi non ti levano, ne ti tolgono l’allegrezza. Mira i gladiatori, che a pena vengono nell’arena senza sangue: se ne vanno però tutti allegri, e festeggianti a ricever le ferite, e molte volte nella palestra quanto più è il sangue, che si sparge, tanto più si ride.

E noi pure siam nella palestra. Qui non vi è la più vergognosa cosa, quanto piangere. Impariamo dunque, e avvezziamoci ancor noi a vederci dalle ferite nostre uscir il sangue, ma senza piangere. Ciascuno, che si dà tutto in mano della divina provvidenza, e volontà; cava sempre di là un perpetuo gusto, etiandio quando è grandemente travagliato. Que-