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578 | Scola della Patienza |
mone dice: Melior est patiens viro forti, et qui dominatur animo suo expugnatore urbium.d E’ meglio un’huomo paziente di un’huomo forte; e meglio è chi è padrone di sè stesso di uno, ch’espugna, e prende le Città. Poiche un’huomo paziente non solamente tiene a sesto la bocca, e la mano, ma i pensieri ancora. Con la patienza si raffrena l’ira, si restringono gl’animi, si reprime la mano, e si ritiene il veleno della lingua.
Quello, che si suol dire di un ciarlone: Costui non può tenere la lingua, l’istesso potrai dire di un impaziente: costui non può tenere lo sdegno, la vendetta, e l’ira lo possiedono, e ne fanno quel, che vogliono. E chi è impatiente, nutrisce sempre intieri eserciti d’acerbissimi pensieri. Questo dominio adunque dell’animo, non si può havere da alcun’altro, se