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Parte III. Cap. I. 577

trofei, mà n’hà drizzato più la patienza.

Christo discorrendo della più felice libertà, disse: In patientia vestra possidebitis animas vestras.b Con la vostra patienza sarete padroni delle anime vostre. E’ tanto lontano, che un’impaziente possieda sè, e le cose sue, che più tosto, essendo egli un pazzo, e schiavo de’ suoi vitij, rovina se, e le cose sue. Di quì è che Giob con molta ragione fà questa dimanda, dicendo: Quid perdis animam tuam in furore tuo?c Perche mandi a male l’anima tua con la tua impatienza? L’impatiente dà libertà alla colera, la quale vedendosi così libera butta quasi per le fenestre la ragione. Onde poi ne nascono molti danni. Ma un’huomo patiente, essendo più forte di qualsivoglia fortissimo huomo, conserva se, e le sue cose. E confermando ciò Salo-