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566 Scola della Patienza

cortesia qualsivoglia huomo per tristo, e scelerato ch’egli sia, e a comprarcelo con ogni sorte di benevolenza, e ossequio, e fargli ogni possibil riverenza, non già fintamente, e per parere, ma di tutto cuore, e di star sempre apparecchiati non solamente ad honorar, e riverire questi tali, ma prostrarsi ancora, e baciar loro i piedi. E s’hanno da correggere quei pensieri, e quelle pessime parole: Questo mio nemico, è un’huomo maligno, maldicente, e invidioso: non posso far di non l’odiare, perche è indegno, non solo d’esser rimirato, ma nè pur pensato; perche è tristo dentro, e fuori, e con lui non ci voglio arare, ne zappare. Io conosco ben Simone, e egli molto bene conosce me. Piano, patron mio, piano, andate adagio. Il maestro nella Scuola della Patienza ti ha dato questo huomo per decurione,