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Parte II. Cap. VI. 559

la saetta, ma si bene da quei corpi, che la ricevono. Così ancora qui l’ingiurie, e le villanie, non si fanno dalla pazzia, e dalla furia d’huomini sfrenati ma si bene dalla fiacchezza di quei, che le ricevono. Perche, se sapremo ben filosofare, noi non potiamo essere villanneggiati, nè patir altra cosa grave. Vi è stato forse alcuno, che ti hà detto qualche villania? Se tù non l’hai sentito, ne te ne sei doluto, non tì hà fatto ingiuria; anzi tù hai dato molto più di quel ch’hai ricevuto. Che stiamo dunque ad accusare i nostri nemici, e i nostri emuli come se essi fussero la cagione di tutte le nostre miserie? La colpa stà sempre dalla parte nostra: ogni volta, che ci sentiamo offesi, da noi stessi siamo offesi. Onde è verissima quella promessa, che ci fa la Chiesa quando dice: Nulla nobis nocebit adversitas, si nulla nobis domine-