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418 | Scola della Patienza |
di Cherubino fa sparire quella di Bue: Ecco, come la prudenza accompagna l’esperienza cavata dalle tribolationi. Da quelle cose, che uno patisce comincia a conoscere tanto se stesso, quanto gl’altri, e Dio ancora; mentre pensa alla vanità delle cose caduche, alla varietà dell’ingegno humano, all’incostanza, e mutabilità della fortuna a gl’innumerabili inganni, che ogni giorno si fanno; e alle infinite miserie, e stragi, che continuamente occorrono. E di quà impara a poco a poco a riprovare il male ed appigliarsi al bene. Chi non è stato molte volte ben pettinato, come lana, che cosa sa, se non stare in otio, e darsi spasso? Et è ancor verissimo quello, che disse Seneca: Melius in malis sapimus.f Nelle cose avverse habbiamo più cervello, nelle prospere lo perdiamo.
Giob proponendo una que-