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Parte II. Cap. II. | 361 |
Così fa Dio con molti, che con una salutifera penuria, gli riduce alla mediocrità, e alla temperanza. Vi sono molti, che stanno così ostinati nel loro proprio giuditio, che dicono, uno: Io non posso stare senza una buona tavola: l’Inedia non fa per il mio stomaco. Un’altro poi dice, il dormir poco mi fà male, e la mia testa non si contenta d’un sonno breve. Questo dice: Io non posso far la vita mia senza compagni. Quell’altro dice: Et io se non bevo molto bene, sono come un pesce in secco. Mà quando la povertà ò qualche altra calamità levano loro il cibo, i compagni, e ’l sonno, e gli mutano il vino in acqua: all’hora sperimentano benissimo in fatti quanto sia facile il vegliare, il mangiar poco, il digiunare, l’esser privo del vino, e de i compagni.
La calamità è maestra della