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Parte II. Cap. I. | 331 |
vato, se ’l metallo da spessi colpi non viene battuto. Getta pur via quell’oro, e quell’argento, che non sostiene i colpi del martello. A questo modo senta ciascuno di se stesso.
Pare talvolta a noi stessi d’esser virtuosi, e vogliamo esser chiamati patienti; ma ci converrà molto bene quello, che a tutti disse Pitagora: Et si argentum sis, ex te tamen nec obolus proba moneta fiet, cum tam impatiens existas. b Se bene tu sei argento, non si farà però di te nè anche un minimo denarello di buona moneta, essendo tù tanto impatiente. Così si può dire con ragione a molti. Benche tu sij tutto d’argento, e d’oro, benche tu stij tutto il giorno in ginocchioni, tenghi le mani alzate al cielo, e facci oratione a Dio; nondimeno (perdonimi il tuo genio) non vali un dinaro. E per qual cagione di grazia? per-