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330 Scola della Patienza

glia, ò di rami, e foglie d’alberi, e per mangiare vanno cacciando fiere. Hora costoro ti paiono forse miseri? Niente è misero di quello, che la consuetudine mutò in natura. Perche ti maravigli, che gl’huomini da bene siano travagliati? perche diventino più forti. Non è sodo, ne forte quell’albero se non è spesso da venti battuto: Poiche con l’istessa agitatione più si conferma, e getta più forti, e più profonde le radici. E fragili sono quei, che in aprica valle crebbero. Sic femina messium (dice S. Gregorio) gelu cooperta laetius germinant; sic ignis flatu premitur, ut crescat.b Così vediamo, che i seminati coperti prima di neve più felicemente germoglino: così si soffia nel fuoco, perche cresca. Che male fa all’oro, e all’argento il martello? Certo, che non si batte altramente la moneta: Ne di quelli si può fare un