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294 | Scola della Patienza |
talmente i figliuoli, la moglie, e le ricchezze, come se non l’havesse havute haver per sempre: e come se non havesse dovuto esser per ciò misero, se l’havesse havute a perdere.
Servirsi, e godersi delle creature, e non l’amare con troppo affetto, qui stà la difficultà. Perciò esclama il Real Profeta dicendo: Nolite cor apponere. e Non vi applicate troppo il cuore. Ogni bene de’ mortali è mortale: Tutto ciò, di che tù sei Padrone, e hai appresso di te, non è tuo. Un’infermo non hà cosa, che sia ferma, e stabile, e un fragile, e mortale non hà cosa, che sia eterna ed immortale. Tanto gl’è necessario perire, quanto perdere: e se intendiamo bene questo istesso; è gran consolatione il perdere di buona voglia quello, ch’ad ogni modo si hà da perdere.
Che aiuto dunque troveremo