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Parte I. Cap. VI. | 281 |
della croce di Christo, e del patire, e ’l fine di questi tali non è altro, che la morte. Adunque e le calamità s’hanno d’antivedere, e prevenire; e sempre si devono imitare quelli essempi di virtù, che fra gl’altri sono più nobili, e illustri.
a Iuvenal. Sat. 14 b Sen. c Matth. 26. 41. d Eccli. c. 2. 1. e Vid. in fi. P. 3. c. 5 f Phil. c. 3. 17.
§. 4.
A quarta colpa è il fuggir la scuola, e lassar d’andarvi senza causa. E quest, che altro è, se non che fuggire l’afflittioni ma in modo non concesso. E’ lecito di medicare l’infermità, ma con legittimi rimedij. E’ lecito uscire dalla mendicità, ma senza inganni, e danno altrui. E’ lecito il mantenersi la riputatione, ma non con l’impatienza, nè con la superbia. Accade talvolta, che i scolari per paura del castigo se ne fugghino fuor di scuola, e lassino il mantello