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222 Scola della Patienza

giamo non sò quali esserciti di bestie indomite, e terribilissimi mostri. A questo modo moriamo cento volte prima di star male, à questo modo ci crediamo d’esser più poveri d’Iro, e di Codro, prima di sentire la povertà di questa maniera gridiamo d’haver perduta la Vittoria, e d’esser già tutte le cose disperate prima di veder comparire l’inimico: à mala pena gustiamo un poco d’assenzio, che temiamo d’haverne à divorar le montagne intiere: à mala pena mettiamo il piè sopra una spina, che subito c’insogniamo, che siano tante ferite mortali. Così aggiungiamo mali ai nostri mali, e diamo ad intender à noi stessi bugiardamente una cosa per un’altra. E tutte le cose, che patiamo, son fatte dalla nostra opinione, e maggiori, e più crudeli.

Chi sarà quello, che, che possa à bastanza pesare, e considerare i varij