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Parte I. Cap. V. | 213 |
alcuni, che assomigliano quella imaginatione à quella pioggia, che col suo cadere in terra fa subito nascere, e genera una gran moltitudine di ranocchie. Altri l’assomigliano al tuono, che fa sconciar le pecore, e fa, che ’l miele diventi amaro.
Nè saria fuor di proposito l’assomigliare l’imaginatione ad alcuni occhiali, che si fanno in Venetia i quali fanno, che venti ò trenta soldati insieme paiono un intero esercito. Tutto quello, che par grande in questo mondo, subito cala se tu gli levi quella gonfiatura vana dell’imaginatione. I pensieri timidi, le sospicioni, l’emulationi, le gare, e mille altre cose simili, che sì miseramente ci travagliano la vita, sono inganni dell’imaginatione. L’imaginatione non è altro, che un sogno di chi veglia, il quale ti mette innanzi mille oggetti hor ridicoli, hor spaventevoli. E’ detto volgare quel-