suo amico in Athene, che sempre piagneva, il condusse un giorno nella Rocca, ch’era la più alta parte della Città, e mostrandogli tutte le case di quella gran Città, che d’ogn’intorno da quell’alto luogo benissimo si scoprivano, gli disse: Hor pensa un poco quanti pianti, e lamenti siano già stati ne i tempi passati sotto questi tetti; quanti ve ne siano al presente; e quanti ve n’han da esser per l’avvenire: e lascia di lamentarti in vano, e apparecchiati à sopportare forte, e valorosamente tutte queste cose contrarie. L’istesso s’ha da dire à tutti quei, che deplorano questi nostri tempi, come i peggiori di quanti ne siano passati. State pur saldi, e costanti: quello che noi ci pensiamo, che ci sia dannoso, ci serve per rimedio. Iddio con questa picciola ferla di calamità, e miserie ci fà come una purga, e ci netta da i nostri peccati. Tran-