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188 | Scola della Patienza |
Quot senectam admirantur? quot beatam vocant iuventutem? Quare non fuimus senes? dicimus; Cum verò vertx albescit, rursum dicimus ubi iuventa? Et omnino multas tristitiae causas habemus. Una tamen est ab hac inaequalitate libera via, quae secundum virtutem est. a Essemdo dunque che noi sentiamo più i nostri mali, che quei d’altri, crediamo, che pesino più i nostri, che gl’altrui. Hor quì io voglio far’una dimanda in compagnia d’Horatio.
- Qui fit Maecenas, ut nemo quam sibi sortem
- Seu ratio dederit, seu sors obiecerit illa
- Contentus vivat?b
Che vuol dire, è Mecenate, che niuno si trova, che della propria sorte viva contento? A ciascuno pare, che la sua sorte sia la peggiore di tutte; e ogn’uno stima, che la sua croce sia la più grave. E perciò si deve ad ogni modo correggere