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Parte I. Cap. IV. 133

noi un presentissimo rimedio. Percioche che cosa si trova mai, che mitighi più tutti i dolori, che il pensar da dovero; che, dabit Deus his quoque finem. che Dio darà fine ancora à questi nostri affanni, e che, dopo questo fine hà da seguitare un’eternità, che non finirà mai.

Anneo Filosofo comparando Mecenate, che se ne stava giacendo nelle piume, con un’altro povero meschino, che stava pendendo in croce, dice così: Mecenati somnus per Symphoniarum cantum, ex longinquo lene resonantium quaeritur; sed mero se licet sopiat, et mille voluptatibus mentem anxiam fallat tam vigilabit in pluma, quam ille in cruce (noi diciamo pro Christo) dura tolerare, et ad causam à patientia respicit: hunc voluptatibus marcidum, et felicitate nimia laborantem, magis his, quae patitur, vexat causa patiendi.