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120 Scola della Patienza

tria sia il Cielo, necessariamente han da patire quì travagli, e afflittioni, come in terra d’altri. Chiunque si trova d’esser ammalato, raccomandandosi alla bontà divina dica: Virga tua, et baculus tuus ipsa me consolata sunt. t Signore la vostra verga, e ’l vostro bastone sono stati quelli, che mi hanno consolato. Sia pure io punto, travagliato, e arso di quà in questa vita purchè non mi danni eternamente di là nell’altra.

Non ti rincresca, di grazia, Lettore, di veder i discorsi, che fà il nostro foriere dell’Eternità, per comporre i costumi de gl’infermi. Poiche noi non potiamo quì esser più longhi.

a Aug. in Psal 102 ante med. b Id. ser. 74. c Senec. ep. 76. d S. Ambros. e S. Hieron. f 4. Reg' hom. 9 in evang. prop. fin. g in evang. prop. fin. h S. Greg. hom. 9 in evang. prop. fin. i Ruffin. Aquil. c. 1 in vit. Ioan. k Ruf-