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118 Scola della Patienza

ca, ne leggiera la grazia. Mà se io fussi sano, più m’affaticarei, e non attenderei più alla Virtù. ℞. Anzi meno, e pensa, che per te sia verissimo quel detto di S. Agostino: Quam multi scelerate sani sunt, qui innocenter aegrotarent? q O quanti vi sono, che sono sani, e scelerati, che se fussero ammalati sariano buoni, e innocenti? O com’è ricco, chi è sano! ℞. Hor cominci ad esser grato à Dio. Questo ancora deve contarsi frà i beni dell’infermità, poichè all’hora cominciamo à stimare la sanità, quando la perdiamo. O come hò perduto tutte le mie forze! Hor qui ti risponda S. Bernardo: Melius est frangi laboribus (aggiugni tù, et doloribus) ad salutem,quam remanere incolumis ad damnationem. r E’ meglio d’esser afflitto con fatiche, e con dolori per salvarsi; che il rimanersi sani per dannarsi. O come son tutto dato in preda dei dolori! Rivol-