de’ suoi scolari, che in diversi banchi stanno dormendo, all’hora egli grida, e dice ad uno. E là sveglia un poco colui, che dorme, pungilo un poco, e fagli passare il sonno: A quell’altro non dice niente, mà s’infinge di non veder che dorme. Mà perche non fà svegliare l’un, e l’altro? La causa è in pronto. Perche à quello, essendo un giovanetto docile, e capace di disciplina, di lingua, e d’ingegno pronto; e perciò caro al maestro, li farà fra poco ripetere la lettione; mà quell’altro Endimione, ch’è un’apone della scuola, e grosso di legname, non stà mai cheto, ne fà mai bene, se non quando dorme; Questo il maestro lo lassa stare, ne se ne cura, e si contenta, che dorma più tosto; che stia ciarlando, e sturbi gl’altri. Così Dio preme, sveglia ed esercita quelli, che sono più docili degli altri, e gli sono più cari, e flagella molto be-