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Ma nè la società russa, nè lo stato non possono esser quieti, le idee dell’autonomia provinciale e della uguaglianza nazionale non possono prender in Russia il loro corso naturale, finchè una minorità polacca nella Russia Occidentale, e l’emigrazione contro la storia ed alla etnografia, contro la volontà delle masse popolari, aspirerà alla dominazione di un troppo vasto territorio ed alla distruzione dell’unione de’ rami del popolo russo, tanto difficilmente acquistata. La riconoscenza dei diritti del popolo russo in Gallizia dalla parte dei polacchi mostrerà, che non solamente sia possibile
sorta non solamente dello stato russo, ma anche del popolo russo, presso turchi, ultramontani e presso ambiziosi guerrieri e diplomatici come i Bonaparte, — o in parte) presso il debole partito rivoluzionario russo, — non hanno ottenuto nulla. Crediamo che lo spirito della stampa russa ci dia il diritto di dire, che i risultati possono esser più favorevoli alla nazionalità polacca, se i sinceri ed istruiti patrioti polacchi cercheranno l’alleanza pratica col loro proprio popolo e si affratelleranno coi partiti riformatori della società russa, e se renderanno giustizia al popolo russo. Come uno de’ grati segni della apparizione di questa giustizia nella società aristocratica polacca verso il popolo russo in Gallizia, nominiamo la pubblicazione recentissima degli Aforismi di un morto proprietario e già deputato Fedorovitsh (Aforyzmy Jana Fedorowicza. Krakow, 1873) , — il quale pone all’aristocrazia polacca nel paese, dove il popolo ė russo, un dilemma: o l’emigrazione in paese schiettamente polacco, o l’assimilazione col popolo russo, e in ambedue i casi un onesto lavoro per il popolo. Noi crediamo, che per i migliori rappresentatori della nobiltà polacca nei paesi russi e principalmente in Gallizia non sia bisogno di rompere bruscamente colla nazionalità polacca nè anche col loro passato: basterà per ora solamente di rinunciare all’aspirazione di trasformare il popolo russo secondo le loro fantasie e contro la sua volontà, e principalmente bisogna estendere i loro ideali politici e sociali ed applicare questo calore nobile, che hanno spesso mostrato i sinceri patrioti polacchi, difendendo nella Russia Occidentale malgrado tutte le frasi solenni, la causa di una classe, al lavoro positivo per tutta la popolazione. Colle nostre idee sembra accordarsi anche l’autore dell’opuscolo polacco, uscito nel 1870 a Parigi. «La voce all’intelligenza russa.» Facciamo anche menzione dell’opuscolo: «La Pologne et la Russie dans la Slavie» par Ch. Mikoszewski, ancien membre du comitè central et du gouvernement provisoire de Pologne en 1863. Genève, 1872, (Vedi La Rèp. Française, 25 fèvrier 1873). Più ancora promette nell’avvenire questo spirito scientifico positivo e l’indipendente critica colla quale guarda nel presente e nel passato la Rivista Settimanale polacca in Varsavia, il Przegled Tygodniowy e la Pochodnia in Crakovia.