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sulle relazioni de’ mercanti giudei col popolo nella Russia meridionale, uscì un giornale de’ giudei Sion e li chiamò separatisti, dicendo che i patrioti ukraini poco simpatizzano coi mercanti ebrei non perchè gli ultimi rappresentano un elemento usuraio e improdottivo, ma perchè gli ebrei lavorarono per tutta la patria russa e gli ukraini sono separatisti. In qualità di separatisti li combatteva poi anche la Gazzetta di Mosca, in questo tempo organo del partito retrogrado.aristocratico e (sempre) de’ dottrinarii centralistico-burocratici. Alle incriminazioni polacche contro il rivoluzionarismo, e giudee contro il separatismo, la Gazzetta di Mosca aggiunse l’incriminazione contro gli ukrainofili facienti causa comune coi polacchi stessi1.
- ↑ Qualche idea di alcune incriminazioni della Gazzetta di Mosca possono dare gli articoli di Eug. Garcin contro il provenzalismo (Croisade du Provençal contre le Francais à la Revue moderne 1869 ec.) e l’agitazione dei centralisti francesi contro la ligue de décentralisation méridionale proposta da G. Arnouldt nel 1868, contro la ligue méridionale de la defence nationale ec. Un’idea di aspirazioni analoghe allě ukraine può dar l’articolo del Gaidoz, «La Poésie Bretonne pendant la guerre» a la Revue des deux Mondes 1871, déc. 15. Curiose sono le parole colle quali finisce il suo rendiconto del movimento letterario-pedagogico bretone il dotto celtista: «La classe moyenne veut garder la direction morale et politique du pays. Mais elle doit la mériter en étant dans la nation la classe la plus instruite, la plus active, la plus dévouée au bien public. Qu’elle se mette donc à l’oeuvre de l’éducation populaire dans les campagnes aussi bien que dans les villes!....... Si un régime de liberté peut s’etablir définitivement en France, ce sera, en appuynt fortement sur les paysans, à la condition qu’ils soient instruits et
dacteurs. Ces écrits trouvent un timide et faible écho dans le slowo de Leopol; mais le dernier journal mérite à peine qu’on fasse mention de lui.... (p. 24-25). In queste parole è nominato l’opuscolo del Kulish Gramatka, cioè l’alfabeto. È curioso, che i rappresentanti della nobiltà polacca del governo di Kijev in corpo chiamarono dal general governatore e hanno ottenuto nel 1839 la proibizione nei governi di Kijev, Volynia e Pudolia di questo alfabeto, che secondo i suoi nobili critici «ha scopo di produrre una nuova rivoluzione sociale nella patria del più grande de’ rivoluzionari, — Hoelnizki.» Nel 1862, i nobili polacchi del governo di Kijev reclamarono la demolizione del tumulo funerario di Scevcenko, il quale tumulo, posto sul monte alla riva destra del Dnieper presso la città di Kanev molte volte menzionato nella storia del paese, era chiamato ne’ giornali polacchi «la Mecca de’ rivoluzionarii mosco-ruteni e della plebe tumultuosa ukraina.