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fermò sotto le mura di Liublin e spero di compiere il suo voto di «liberare tutto il popolo russo, con l’aiuto delle masse popolari fino alla stessa Cracovia Polacca,» — il re di Mosca Alexej prese il titolo di re di tutte le Russie: Grande, Piccola e Bianca.1 Ma, seguendo il trattato fra la Moscovia e la Polonia, — le ragioni del quale non è qui il luogo di dichiarare, — nell’anno 1667 solamente il territorio alla sinistra riva del Dnieper, due governi attuali russi: quelli di Cernigov e di Poltava, e alla destra solamente la città di Kijev, rimasero sotto la dominazione del regno di Moscovia col nome ufficiale di Russia Piccola. A poco a poco il nome principalmente generale di russi (russkie) era divenuto il sinonimo del nome parziale gran russi, perciocchè la Russia Grande

  1. Gli scrittori della scuola del Duchinski passano sopra un fatto così importante nella storia del mondo slavo, come l’unione di Perejaslov, o ne vogliono pigliare a distruggere il carattere vero, dicendo che i cosacchi della Piccola Russia erano anche una gente tatara e per conseguenza ostile agli slavo-polacchi ed amichevole ai turano moscoviti. — Domanderemmo allora perché i certissimi tatari di Kazan abbiano tanto lottato contro i moscoviti! — Qualunque sia la derivazione del nome cosacchi (ne sono varie le spiegazioni) — è vero, che nel XVI-XVII secolo i cosacchi della Ukraina furono russi, piccolo-russi; vedi Herberstain, vedi Beauplan Description de l’Ukranie (Rouen, 1660) e tutta la letteratura storica de’ medesimi polacchi del XV-XVII secolo. (Bielski, Starovolski, Paprozki, Piasecki ecc.) Paprozki, scrivendo il suo ditirambo ai ryz eri della Russia, ai quali appartenevano i figli delle più gloriose famiglie russo-lituane, i Lanzkoronski, i Vishnevezki ecc., che come hetmani de cosacchi conducevanli nelle guerre contro tatari e turchi, non ha pressentito, che nel XIX secolo, questi cosacchi sarebbero chiamati tatari. Nel tempo della rivoluzione del Hmielnizki ai cosacchi d’Ukraina appartenevano, oltre i cosacchi proprii, o la milizia nazionale piccolo-russa, ancora una parte della inferiore nobiltà rurale, offesa dalla persecuzione della fede greco-russa, e quasi tutto il popolo di Ukraina, sulla posizione del quale nello stato polacco diceva uno straniero contemporaneo in un libro, dedicato al re polacco, le seguenti parole: «les paysans y sont tout a fait misérables.., ha noblesse polonnoise, qui vivent comme en un Paradis et les paysans comme s’ils estoient en un Purgatoire.» (Description d’Ukranie, qui sont plusieurs provinces du Royaume de Pologne, contenues depuis les confins de la Moscovie jusques aux limites de la Transilvanie. Par le Sieur de Beauplan. A Rouen. M. DC. LX. pp. 7-8). Il Beauplan dice sempre: Rus ou cosaques. Ai lettori, che non possono leggere i lavori del prof. Kostomarov, — consigliamo di prender l’Herberstain e il Beauplan per esser in stato di verificare le asserzioni del Duchinski, Mickevicz, Delamarre ecc.