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Fu Holmes che il primo le ritrovò, e me le indicò con un gesto trionfante. I passi di un uomo si distinguevano perfettamente accanto ad altre impronte.

— Il cavallo era solo innanzi? dissi.

— Sì, era solo, ma che veggo?

La doppia traccia volgeva bruscamente verso Ring’s Pyland. Holmes fischiò e noi seguimmo l’orma che attentamente egli esaminò.

Guardando un po’ di fianco, vidi, con immenso stupore, le stesse impronte provenienti da opposta direzione.

— Un buon punto per voi, Watson, mi disse l’amico quando gli ebbi indicata la mia scoperta, voi ci risparmiaste una lunga corsa. Seguiamo l’orma che ritorna.

Non dovemmo seguirla a lungo. Finiva dove incominciava un pavimento di asfalto che conduceva alle scuderie di Mapleton. Come ci avvicinavamo, vedemmo giungere un groom.

— Non abbiamo bisogno di curiosi qui, egli disse.

— Vorrei farvi una domanda, disse Holmes, introducendo il pollice e l’indice nel taschino come per prendervi una mancia. Non potrei vedere il signor Silas Brown domani alle cinque del mattino?

— Nessuno sa ciò ch’egli fa, nè dove egli sia, perchè è sempre il primo alzato. Ma eccolo, signore, vi risponderà meglio lui stesso. Non vorrei accettare il vostro denaro dinanzi a lui, perchè il mio posto è troppo buono. Più tardi se vorrete.

Come Holmes rimetteva nel taschino la moneta che vi avea tolta, vide un vecchio gentlemen uscire dallo stabilimento. Egli aveva in mano un frustino da caccia.

— Che c’è John? esclamò il personaggio. Non ho tempo di chiaccherare. Andatevene pei vostri affari. E voi, che diavolo vi conduce qui?