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— Presumo che avrete fatto l’inventario delle sue saccoccie, subito dopo avvenuto il delitto, ispettore?

— Tutto quanto ho trovato fu messo nella sala. Volete venire?

— Con piacere.

Entrammo tutti in una sala e l’ispettore aprì una scatola di stagno, quadrata, e depose varie cose sul tavolo. V’era una scatola di fiammiferi, un pezzo di candela, una pipa in radice di rosa segnata A. D. P., una borsa in pelle di foca contenente una mezz’oncia di tabacco Cavendish, un orologio d’argento e una catena d’oro, cinque sovrane in oro, un porta-matita in alluminio, qualche carta, e un coltello a manico d’avorio a lama molto flessibile, marcata Weiss e C., Londra.

— Quel coltello è molto singolare, disse Holmes, esaminandolo minuziosamente. Conclusi dal sangue che vi si trova, che doveva essere fra le mani del cadavere. Voi dovete conoscere questa specie di istrumento, Watson?

— E’ ciò che noi chiamiamo uno strumento da cateratte, dissi.

— Lo credo anch’io. La lama molto delicata è fatta per operazioni di questo genere. E’ una strana idea di portare con sè un’arma simile, sopratutto quando non si può chiuderla nella saccoccia.

— La punta era garantita da un pezzo di sughero, che fu trovata presso il corpo, disse l’ispettore.

— La moglie ci disse che questo coltello si trovava sul lavabo e che lo prese prima di lasciare la stanza.

Era una povera arma, ma è probabilmente ciò che avrà trovato di migliore pel momento.

— Molto possibile. Che contenevano quelle carte?

— Tre di esse sono delle fatture di foraggio. — Un’altra contiene delle istruzioni del colonnello Hoss. V’è pure un conto di modista di trentasette