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tutto finiva! Scesi dal proprietario per chiedere che cosa era avvenuto dell’uomo dei capelli rossi, Duncan Ross, suo locatario.
— Duncan Ross? egli mi rispose. Voi volete dire William Morris, il sollecitor. Si è ora trasferito nel suo nuovo appartamento, 17, Kinsby Boad.
Corsi all’indirizzo indicato: era una fabbrica di denti artificiali.
Naturalmente non vi si conosceva nè Morris nè Duncan. Ritornai a casa, per consigliarmi con Vincenzo. Nulla egli potè dirmi, se non che pensava, avrei avuto presto notizia di tutta questa faccenda e che il prossimo corriere non poteva mancare di portarmi una lettera. Allora inquieto, malcontento, signor Holmes, io venni qui da voi a chiedervi consiglio.
— Avete fatto bene, riprese il mio amico; la vostra istoria m’interessa vivamente e sarò felice di occuparmene. Del resto, credo, da quanto potei comprendere, che qualche grave impresa si stia macchinando e che mi avete messo sopra delle traccie serie.
Difatti, non dovete lagnarvi dell’avventura, vi procurò 30 buone lire in oro e di più voi sapete minutamente tutto quanto, nell’Enciclopedia incomincia in A.
— È vero, ma desidero andare al chiaro di questa cosa. A quale scopo quella gente si prese giuoco di me; perchè mi hanno prescelto per mettermi poi alla porta?
— Questo cercheremo di spiegarcelo. E anzitutto da quanto tempo avete voi quel commesso Vincenzo Spaulding?
— Da un mese. Si presentò in casa mia in risposta a un annuncio che avevo fatto comparire in un giornale quotidiano; sono venute 12 o 15 persone, ma Vincenzo mi piacque; era giovane, aveva l’aspetto intelligente. E poi, acconsentiva a non ricevere che la metà del solito salario.